Un noto
prodotto farmaceutico che riduce la cellulite come claim pubblicitario , da due
anni a questa parte, recita:
LA
CELLULITE E’ UNA MALATTIA.
Se
fosse vero siamo rovinati , l’85% delle donne, dai 18 ai
65 anni, ha la pelle a buccia d’arancia.
Non si salvano neanche le ragazze più
giovani e snelle. Quindi, a quanto dicono, siamo un popolo di malati.
Devo ammettere che è una scelta pubblicitaria arguta perché chi non si interessa del proprio
fisico si giustifica comprando questo prodotto (carissimo) per la cura della
propria salute.
Mia
nonna direbbe: “se lo dicono in tv sarà vero!” .
Per
fortuna ora esistono metodi alternativi d’informazione e mi piace pensare che
le persone prima di comprare un prodotto si informino sull’autenticità della
notizia fornita a meno che non siano nate nel 1928 come la mia nonna.
Ritornando
alla cellulite, perché si forma? A causa di un virus o di un’infezione?
No! La
cellulite è causata soprattutto per un cattivo stile di vita , abitudini non
corrette, come l'abuso di alcool e di sigarette, una vita sedentaria, il
soprappeso, la stitichezza.
Un’altra
causa , può essere , l’ indossare indumenti troppo stretti o scarpe con tacchi
troppo alti per gli effetti sulla circolazione delle gambe.
Molti
ora penseranno: ”si ma il prodotto in questione funziona!” assolutamente vero!
Bisogna però capire di quale stiamo parlando, se quello cosmetico o quello
farmaceutico.
Sinceramente
io leggerei prima il bugiardino (parlo di quello farmaceutico) e mi spaventerei
molto nel pensare che per utilizzare un prodotto per “la cura estetica” dovrei fare un esame della tiroide.
Qual è
la connessione??? Non voglio entrare nel merito perché non sono un dottore
quindi ho paura di dare informazioni errate ... e di false informazioni se ne leggono fin troppe!
Comunque
senza spendere tanti soldi , le cose da fare sono sempre le stesse: mangiare
sano , attività fisica e bere tanta acqua.
In
effetti è molto più comodo mettersi una crema costosissima e biasimarsi perché
siamo “malate”.
A questo punto l'unica cosa che mi rimane da dire è:
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